Portale di informazione antidiscriminazione lgbt
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Portale di informazione antidiscriminazione lgbt

Chi siamo – Il “Portale Nazionale LGBT” è uno strumento previsto dalla Strategia Nazionale LGBT, in attuazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5 e vuole promuovere una maggiore conoscenza della dimensione LGBT per contrastare ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Attraverso i contributi di Studiosi afferenti a diverse discipline, la collezione di dati normativi, giurisprudenziali e di prassi amministrative, la raccolta di materiale utilizzato in strategie di divulgazione e di comunicazione, vuole essere uno spazio aperto ad una discussione condivisa su tematiche che riguardano i diritti e le libertà di molte persone, la loro identità ed il modo di svolgere le loro relazioni e di declinare le proprie affettività.

Proprio per questo il Portale non si fa portavoce di un orientamento culturale di settore né di una scelta politica o istituzionale predeterminata. Vuole invece essere e rimanere uno strumento plurale e pluralistico, nella convinzione che il contributo ed il confronto delle idee di tutti, rappresenti il migliore strumento per far maturare consapevolezza e contrastare ogni forma di odiosa discriminazione.

E’ in quest’ottica che l’ U.N.A.R., affidando la creazione e l’organizzazione del Portale all’ Amministrazione Comunale di Torino, si è potuto avvalere delle esperienze e delle professionalità della rete READY e di un Gruppo Nazionale di Lavoro, composto da esperti e da rappresentanti di 29 Associazioni LGBT, costituito dall’ U.N.A.R. con decreto direttoriale n. 250 del 20 novembre 2012.

L’autonomia e la validità informativa di quanto contenuto nel sito sono garantite da un Comitato Scientifico composto da Alte Personalità appartenenti ai diversi campi del sapere.

La Strategia Nazionale LGBT – Il 31 marzo del 2010 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha approvato la Raccomandazione CM/Rec(2010)5, diretta agli Stati membri, finalizzata a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Questa Raccomandazione costituisce un importante strumento di diritto internazionale sulle questioni LGBT. In essa, infatti, il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e transessuali viene collocato nel più ampio contesto della tutela dei diritti umani. In particolare, nel preambolo della Raccomandazione, si afferma che

le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali hanno subito per secoli e tuttora sono vittime di omofobia, transfobia e altre forme di intolleranza e di discriminazione, anche all’interno delle loro famiglie, – ivi compreso sotto forma di criminalizzazione, marginalizzazione, esclusione sociale e violenza -, in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere, e che è richiesta un’azione specifica al fine di garantire a tali persone il pieno godimento dei loro diritti umani.

La Raccomandazione invita, pertanto, gli Stati appartenenti al Consiglio d’Europa ad ispirarsi nelle loro legislazioni e nelle loro politiche a una serie di principi e di misure volti ad assicurare i diritti umani alle persone LGBT nei diversi ambiti della vita familiare, sociale e lavorativa.

ILGA Europe (la divisione europea dell’Associazione Internazionale LGBTI) ha promosso un monitoraggio indipendente per verificare come le indicazioni e i suggerimenti contenuti nella Raccomandazione erano già stati recepiti e applicati nei vari paesi europei.

Per l’Italia il monitoraggio è stato eseguito, su mandato dell’ILGA, dal Centro Risorse LGBTI di Torino. Il Rapporto finale ha evidenziato la mancanza in Italia di adeguati provvedimenti legislativi e di efficaci politiche pubbliche sui temi dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. E’ stata riscontrata in particolare l’assenza di una strategia generale e di un documento di programmazione: è stata dunque sottolineata l’urgenza dell’adozione di un piano nazionale di medio/lungo termine per l’attuazione di politiche antidiscriminatorie LGBT.

Per l’attuazione della Raccomandazione CM/Rec(2010)5, il Consiglio d’Europa ha promosso un programma sperimentale a cui l’Italia ha aderito attraverso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’UNAR (l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in qualità di focal point nazionale.

In questo scenario, nel biennio 2012-2013, il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’ UNAR hanno elaborato la Strategia nazionale LGBT attraverso la collaborazione con le diverse realtà istituzionali, l’associazionismo e le parti sociali.

Nella fase di elaborazione della Strategia nazionale, l’UNAR ha, infatti, avviato una serie di tavoli di confronto a cui hanno partecipato rappresentanti dei Ministeri, della Conferenza delle Regioni, dell’ANCI, della rete RE.A.DY (la rete delle amministrazioni regionali e locali impegnate contro l’omofobia e la transfobia), delle associazioni dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni LGBT che compongono il Gruppo Nazionale di Lavoro.

Nel definire la Strategia si è mantenuto un approccio molto pragmatico, limitando il campo d’intervento alle misure realizzabili nell’ambito dell’attuale legislazione, pur nella consapevolezza dei problemi derivanti da un quadro normativo molto lacunoso che limita la tutela dei diritti delle persone LGBT.

In questa prospettiva, sulla base delle principali criticità evidenziate, sono stati individuati quattro ambiti strategici d’intervento : l’educazione e istruzione , il lavoro, la sicurezza e le carceri, la comunicazione e media. Per ciascuno di essi, sono stati definiti in modo semplice e schematico gli obiettivi e le misure specifiche da mettere in campo per promuovere la parità di trattamento e dare un forte impulso a quel processo di cambiamento culturale che è uno degli obiettivi della Raccomandazione del Consiglio d’Europa.

Inoltre, la Strategia non omette di considerare, sia nei principi sia nelle misure attuative, due aspetti importanti e talora connessi tra loro: il fenomeno delle discriminazioni multiple e la trasversalità delle questioni di genere. Così pure sono tenute in considerazione altre forme di discriminazione che riguardano le persone LGBT migranti, diversamente abili o anziane che spesso si trovano a vivere in una condizione ancora più grave di solitudine, marginalità sociale e vulnerabilità.

A seguito di un processo partecipato, la Strategia è stata presentata alle associazioni LGBT del Gruppo nazionale di lavoro il 14 febbraio 2013 e approvata con Decreto ministeriale il 16 aprile 2013: si tratta di un piano triennale (2013-2015) di azioni pilota coordinate e multidisciplinari.

Al fine di dare attuazione ad alcune misure della Strategia, coinvolgendo attivamente le amministrazioni locali, è stato siglato un Protocollo di intesa tra il Dipartimento per le Pari Opportunità e la Città di Torino, in qualità di Segreteria nazionale della rete RE.A.DY, a cui è seguito un Accordo di collaborazione per la predisposizione e la realizzazione di un piano di azioni nei quattro ambiti prioritari d’intervento. Al tempo stesso, l’UNAR collabora con altri soggetti pubblici o privati per promuovere ulteriori misure previste dalla Strategia.

Le azioni della Strategia nazionale

Progetto UNAR – READY (giugno 2013 – giugno 2015)

Nell’ambito dell’Accordo di collaborazione tra Dipartimento/UNAR e Città di Torino/Rete READY, è stato predisposto un piano di azioni, alla luce di quanto emerso nei diversi Tavoli di confronto promossi dall’UNAR, secondo due diverse direttrici.

Negli Assi Educazione e Istruzione, Lavoro, Sicurezza e Carceri, l’attività progettuale individuata è quella della formazione rivolta alle figure dirigenziali delle Amministrazioni pubbliche attraverso una fase nazionale da svolgersi a Roma e una fase locale da realizzarsi nei diversi territori regionali.

Nell’Asse Comunicazione e Media, invece, l’attività prescelta consiste nella realizzazione di un Portale web istituzionale sulle tematiche LGBT dedicato all’informazione ed alla messa a disposizione di materiale multimediale fruibile sia dai cittadini sia dagli addetti ai lavori quali operatrici e operatori dei servizi, della scuola e dei media; volontarie e volontari delle associazioni.

Nella fase progettuale di queste due attività vengono messi in contatto tra loro, anche attraverso appositi workshop, soggetti diversi scelti per la propria esperienza a livello nazionale e territoriale. Nella fase finale del progetto, le reti che si saranno create tra questi soggetti saranno funzionali e preziose per diffondere in maniera capillare i risultati delle attività effettuate.

Nel corso del 2014, si sono svolte le fasi nazionali della formazione nei 3 Assi: Asse Sicurezza e Carceri (Linea 1: Sicurezza), Lavoro e Educazione/Istruzione. Riguardo al primo Asse sono stati realizzati due corsi di formazione nelle giornate del 2/3 aprile e del 14/15 aprile 2014 rivolti alle figure apicali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, con la collaborazione di OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori). Rispetto, invece, all’Asse Lavoro si sono svolti due corsi di formazione nelle giornate del 20 e 21 maggio 2014, indirizzati rispettivamente ai dirigenti della Pubblica Amministrazione e ai referenti delle parti sociali (Associazioni datoriali e Organizzazioni sindacali). Infine, il 26 e 27 novembre 2014 si sono tenuti i due corsi di formazione dell’Asse Educazione/Istruzione rivolti ai dirigenti del MIUR e ai dirigenti e funzionari degli Uffici Scolastici Regionali.

Nel 2015 è iniziata la fase locale della formazione apicale che, al momento, si è realizzata nell’ambito dell’Asse Lavoro in due dei territori coinvolti. Il 25 marzo si è svolto il corso di formazione previsto per la regione Emilia Romagna organizzato dal Comune di Bologna, in qualità di Partner RE.A.DY capofila territoriale. Il 20 e il 21 maggio si sono tenuti due corsi di formazione per le regioni Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, organizzati dal Comune di Venezia, in qualità di Partner RE.A.DY capofila territoriale.

Sensibilizzazione e formazione degli operatori della comunicazione (ottobre – dicembre 2013)

Rispetto all’ambito Comunicazione e Media, la rivista “Il Redattore sociale”, il Dipartimento per le pari opportunità e l’UNAR hanno realizzato un progetto di informazione, formazione e sensibilizzazione rivolto agli operatori dell’informazione, finanziato dal Consiglio d’Europa, al fine di favorire una informazione corretta e rispettosa sulle tematiche LGBT.

Il progetto (ottobre – dicembre 2013) ha previsto un ciclo di quattro seminari nazionali dal titolo “L’orgoglio e i pregiudizi. Per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”, realizzati dall’Agenzia Redattore sociale, per giornalisti professionisti e uffici stampa istituzionali nelle città di Milano, Roma, Napoli e Palermo, in collaborazione con le amministrazioni comunali e con il patrocinio dell’Ordine nazionale dei giornalisti (e degli ordini regionali competenti) e della Federazione nazionale della stampa italiana. Sono inoltre stati realizzati moduli formativi nelle scuole di giornalismo italiane riconosciute dall’Ordine. A conclusione delle attività sono state pubblicate le “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT.”

Seminario sulla valutazione delle domande di asilo dei richiedenti asilo LGBTI (Roma, 10 – 11 ottobre 2013)

Il Seminario, promosso dal DGII (Direttorato generale per la democrazia) del Consiglio d’Europa, in collaborazione con l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e l’UNAR, è stato finalizzato alla condivisione di norme e strumenti promossi dal Consiglio d’Europa e dall’ONU per la protezione dei richiedenti asilo LGBTI.

In particolare, si sono esaminate le Linee Guida dell’UNHCR in materia di protezione internazionale al fine di fornire un esempio per la valutazione delle domande d’asilo basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.

Al Seminario hanno partecipato giudici, avvocati, rappresentanti della società civile e delle istituzioni competenti in materia di asilo di diversi paesi dell’Europa centrale e meridionale.

Progetto DJ – Diversità on the job

Il Dipartimento per le Pari Opportunità – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), in collaborazione con Italia Lavoro S.p.A., ha lanciato il Progetto DJ – Diversity on the job – un programma sperimentale per la promozione dell’inserimento lavorativo di soggetti fortemente discriminati e svantaggiati.

E’ stata una sperimentazione innovativa, finanziata dal Fondo Sociale Europeo, che da un lato mirava ad avvicinare al mondo del lavoro persone tradizionalmente escluse e, dall’altro, ha stimolato le aziende ad aprirsi al confronto con realtà che spesso non sono prese in considerazione.

Il bando è stato rivolto ad associazioni ed enti impegnati per l’inclusione socio-lavorativa delle persone LGBT, generalmente emarginate e a forte rischio di esclusione sociale su cui grava il maggiore stigma sociale nel nostro paese. Il progetto mirava a realizzare obiettivi di capacity building nei confronti dell’associazionismo non economico e di empowerment nei confronti dei target. E’ stato finalizzato infatti:

  • alla creazione di reti territoriali integrate di supporto all’inclusione socio lavorativa rivolte a soggetti vittima di discriminazioni e marginalizzazione sociale e lavorativa attraverso il coinvolgimento di associazioni e stakeholder localizzati nelle 4 regioni Ob. Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), espressione dei target oggetto dell’intervento, al fine di creare le condizioni per qualificare queste ultime nel campo della intermediazione lavorativa, mediante apposite azioni di capacity building;
  • a promuovere l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e a forte rischio di discriminazione, attraverso servizi di orientamento e coaching e la realizzazione di tirocini della durata di tre mesi nelle regioni Ob. Convergenza. Si sono cosi realizzati 135 percorsi che hanno previsto sia l’erogazione di un contributo ai soggetti attuatori che una indennità di frequenza ai destinatari per la partecipazione al percorso.

Fonte: http://www.portalenazionalelgbt.it